“Sarei onorata di potermi mettere a servizio della mia città”

Il testo dell’intervista apparsa ieri, sabato 2 novembre 2019, nell’edizione di Ravenna, Faenza-Lugo e Imola del “Corriere Romagna”, a cura di Chiara Bissi

Più volte indicata come candidata faentina alle prossime competizioni elettorali, regionali in gennaio e comunali in primavera, Manuela Rontini torna a mettere ordine in un quadro politico che si presenta fluido con movimenti tattici ancora non del tutto dichiarati.

La città manfreda sarà la prima al voto dopo l’assalto che il centrodestra darà in gennaio per conquistare la guida dell’Emilia Romagna.

Entro il 20 novembre il Pd renderà noti i nomi del candidati al consiglio regionale: qual è il clima attorno a una sua ricandidatura?

«Forse questa domanda, più correttamente, andrebbe rivolta ai militanti del Partito democratico. Però posso dire che il segretario provinciale Barattoni, già quest’estate, ha chiesto a noi 3 consiglieri uscenti la disponibilità a ricandidarci. Inoltre nei giorni scorsi il coordinatore del Pd della Romagna Faentina, Fabio Anconelli, ha detto pubblicamente di aver rilevato, in tutti gli incontri sul territorio, unanime e trasversale apprezzamento per il mio lavoro e per l’impegno con il quale mi sono messa a disposizione di amministratori, associazioni e singoli cittadini, per cui sono stata un punto di riferimento sempre disponibile e autorevole. Inutile nascondere che la cosa mi abbia fatto molto piacere».

Giovane, donna, con esperienza politica di primo piano sono caratteristiche adatte anche per un sindaco. Si candiderà alla carica di primo cittadino di Faenza nella primavera del 2020?

«Ho dato la mia disponibilità e sarei onorata di potermi mettere a servizio della mia città e in ascolto dei bisogni dei faentini, facendo un passo di lato rispetto all’impegno in Regione. Ma sarà la comunità dei Democratici, collegialmente e al momento opportuno, a decidere. Non si sceglie da soli se candidarsi o meno: non l’ho mai fatto e sarà così anche stavolta».

La disponibilità più volte espressa a partecipare è vincolata a quali condizioni?

«Vorrei potermi mettere a disposizione di un progetto ampio, che metta al centro Faenza, capace di cogliere le opportunità che viaggiano sull’asse della via Emilia e di dare protagonismo alle tante esperienze di associazionismo, politiche e civiche, presenti in città. Un progetto popolare, plurale e inclusivo, che possa coinvolgere tutti coloro che non si rassegnano alla rabbia e al rancore, ma si vogliono impegnare per lasciare ai più giovani un territorio più bello in cui crescere e vivere».

Dopo il voto in Umbria teme per la tenuta dell’Emilia-Romagna?

«Le elezioni in Umbria arrivano In Umbria dopo una vicenda di scandali in sanità ed è comprensibile che i cittadini abbiano scelto di voltare pagina. Anche se le situazioni non sono paragonabili, sarebbe però sbagliato far fìnta di non vedere cos’è successo. Bonaccini ha dimostrato di essere un bravo governatore, ma ancor di più un buon sindaco dell’Emilia Romagna: qui possiamo vincere e ce la metteremo tutta per riuscirci».

L’idea di Bonaccini di dare vita a una lista del presidente non piace al Pd che non vede di buon occhio la mancata scesa in campo di Italia Viva e la possibile presenza di figure non civiche in corsa per l’assemblea regionale. Cosa ne pensa?

«Le discussioni di questo tipo non mi hanno mai appassionata, le lascio ai commentatori. Bonaccini fa bene a provare a tenere insieme tutte le persone di buona volontà che in questi anni, al di là dell’appartenenza politica, hanno apprezzato sul campo il suo costante impegno per la nostra terra».

Il centrodestra evocherà il vento del cambiamento, con quali argomenti intendete contrattaccare?

«Tenendo insieme l’orgoglio di essere emiliano romagnoli, di abitare in una regione in cui la disoccupazione è scesa al 5% e in cui le persone scelgono di venire a curarsi per la qualità dei servizi, con le sfide che abbiamo davanti. A partire dalla necessità di una svolta verde, che metta al centro la mobilità sostenibile e la rigenerazione urbana per fermare il consumo di suolo, e dall’impegno che prenderemo sugli asili nido: meno cari e accessibili a tutte le famiglie. Perché anche in questi anni non abbiamo mai smesso di innovare e ripensarci».

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