Nuovi fondi per l’apicoltura, domande al via

Il futuro delle api è legato a doppio filo a quello del pianeta. Questi piccoli insetti, infatti, sono responsabili di tre quarti della produzione agricola mondiale grazie alla loro impollinazione. A rischio di estinzione, per fattori climatici e pesticidi, negli ultimi anni hanno visto muoversi in loro soccorso Governi e Istituzioni comunitarie, con la messa al bando di principi attivi nocivi e il sostegno al mondo dell’apicoltura.

In Emilia-Romagna, dove gli alveari sono passati dai 100mila del 2016 ai 110mila del 2017, anche quest’anno sono stati stanziati fondi per la produzione e commercializzazione dei prodotti dell’alveare. In arrivo dalla Regione ci sono circa 490mila euro per lo sviluppo del settore e dei suoi prodotti, miele in primis, lo studio di nuovi trattamenti per combattere le malattie delle api e per aumentare la sicurezza per i consumatori.

Il bando, le cui domande potranno essere presentate fino al 19 novembre attraverso la piattaforma informatica di Agrea (Sop), dà attuazione alla terza e ultima annualità del Programma regionale 2017-2019 di aiuti a favore del settore apistico.

Le risorse sono per metà di provenienza comunitaria, mentre l’altra metà è messa a disposizione dal Governo italiano. Il budget assegnato dal ministero delle Politiche agricole e forestali alla Regione Emilia-Romagna è stato calcolato in base al numero degli alveari censiti all’Anagrafe apistica nazionale. Ai finanziamenti pubblici si aggiunge poi la quota a carico dei privati, pari a quasi 270mila euro, per un ammontare totale di investimenti di oltre 756mila euro.

Ad usufruire dei fondi saranno gli apicoltori singoli e associati, comprese le associazioni apistiche e le Organizzazioni dei produttori, enti di ricerca e l’Osservatorio nazionale del miele di Castel San Pietro Terme, considerata la capitale dell’apicoltura emiliano-romagnola.

I contributi si riferiscono a spese sostenute nel periodo dal primo agosto 2018 al 31 luglio 2019, con percentuali di contributi dal 40 al 100 per cento in relazione alla tipologia di intervento e al beneficiario.

Oltre la metà del budget (260mila euro circa), sarà utilizzato per finanziare le azioni di assistenza tecnica, tra cui anche seminari di formazione e divulgazione per migliorare le condizioni ambientali per l’apicoltura e l’acquisto di attrezzature per la conduzione degli apiari e per la lavorazione, confezionamento e conservazione dei prodotti dell’alveare.

Poi, in ordine decrescente di importo, figurano gli incentivi per l’acquisto di macchine ed attrezzature per l’esercizio del nomadismo, cioè lo spostamento degli alveari per seguire le fioriture stagionali, e per la realizzazione di una banca dati apistica regionale per la mappatura delle aree nettarifere e la georeferenziazione degli apiari (80mila euro); la lotta alle malattie dell’alveare, in particolare i contributi per l’acquisto di arnie antivarroa (60mila euro); le misure di sostegno ai laboratori di analisi del miele e degli altri prodotti dell’apicoltura (55mila euro); lo studio da parte del Crea – Agricoltura e Ambiente di Bologna di nuove strategie di lotta contro la varroasi (circa 28mila euro); infine gli aiuti per l’acquisto di materiale apistico vivo (sciami, nuclei e pacchi d’api) per il ripopolamento degli alveari (circa 3.500 euro).

La graduatoria unica regionale, stilata secondo le priorità indicate nel bando (giovani, produzione con metodo biologico o integrato, assistenza tecnica, numero degli alveari posseduti) sarà approvata entro il 4 marzo 2019.

> Il testo del bando

> Il sito di Agrea, l’Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura

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