Canapa, una fibra da riscoprire e valorizzare

Per secoli la canapa è stata intrecciata in tessuti, corde, oggetti di uso comune, intrecciandosi dunque con la vita stessa delle persone. Un legame che si è bruscamente spezzato negli anni ’70, quando le leggi contro gli stupefacenti hanno reso assai difficile, se non impossibile, continuarne la coltivazione.

La repressione, in verità, non era mirata alla cannabis sativa (quella da cui si ricava la canapa tessile) ma alla ‘cugina’ cannabis indica. Ciò non di meno, per non rischiare fraintendimenti e non essere soggetti ad una pesante burocrazia, il settore venne praticamente abbandonato.

“Si è interrotta una tradizione secolare – commenta la consigliera Manuela Rontini – che vedeva in Emilia-Romagna, all’inizio del 20esimo secolo, ben 45mila ettari coltivati a canapa. In Romagna, poi, la storia della canapa è legata a doppio filo a quella delle celebri tele stampate a ruggine, oltre alla realizzazione di tessuti e all’uso alimentare. Per questo ho presentato un’interrogazione alla Giunta, chiedendo se intenda supportare la filiera della canapa, la ricerca sulle tecniche colturali, l’informazione sulle possibilità offerte al mondo agricolo dai contributi del Psr”.

La Regione Emilia-Romagna ha già una legge del 2007 sulla promozione di questa coltura. L’interrogazione chiede di fare il punto sulla sua attuazione, sottolineando i benefici della canapa ad uso tessile, nella bioedilizia, nell’ambito della cosmesi, della produzione di carta fino alla realizzazione di fertilizzanti e mangimi.

Il citato Programma di Sviluppo rurale prevede, infatti, contributi per la diversificazione delle coltivazioni, per la messa a punto di nuovi macchinari, per lo sviluppo di aziende innovative e per il sostegno di filiere in grado di sostenere gli agricoltori e gli interi processi di trasformazione e commercializzazione. Il recupero della canapa potrebbe dunque creare nuova occupazione in agricoltura, creando a cascata posti di lavoro lungo una filiera tutta da ricostruire.

> Il testo dell’interrogazione

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