Promuovere l’olio d’oliva nostrano: la qualità paga 

Qualità e tracciabilità. Queste le carte vincenti quando si tratta di olio, gli assi nella manica nella “battaglia” contro l’olio in arrivo da altri paesi. Vincenti per tutti, produttori e consumatori.

Il prezzo, infatti, non può essere l’unica variabile nella scelta di un olio, così come di qualsiasi alimento. Nei prossimi tempi i consumatori potrebbero essere invogliati a comprare, ad esempio, olio tunisino, la cui importazione per ulteriori 70mila tonnellate nel biennio 2016-2017 è stata autorizzata di recente dal Parlamento europeo (come misura di sostegno a seguito degli attentati terroristici patiti dal Paese nordafricano).

Per questo, in una risoluzione presentata all’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, e già approvata in commissione Politiche economiche, otto consiglieri di centrosinistra chiedono alla Giunta iniziative mirate alla promozione e all’aumento di consapevolezza tra i consumatori: “Il sostegno a Paesi esteri in crisi – commenta la consigliera regionale Manuela Rontini, prima firmataria della risoluzione – deve avvenire in presenza di particolari accorgimenti. Le modifiche ai meccanismi di interscambio dei prodotti agricoli, infatti, non devono creare scompensi ai nostri apparati produttivi”.

Quando si parla di olio non ci si riferisce solo a quello del Mezzogiorno, anche l’Emilia-Romagna contribuisce con 3100 ettari di oliveti in produzione e due denominazioni a origine protetta (Dop): Brisighella e Colline di Romagna.

“L’olio d’oliva di alta qualità dell’Emilia-Romagna – continua la Rontini – va dunque promosso, anche con l’obiettivo di sostenere una coltura caratterizzata da una forte valenza ambientale e paesaggistica, in grado di favorire la permanenza di un’agricoltura sostenibile anche in zone marginali di collina. Rivolgiamo quindi alla Regione l’invito a sollecitare il Governo italiano per approvare un accordo con le autorità tunisine, prevedendo tutte le clausole necessarie a garantire la massima tracciabilità del prodotto importato e a evitare la saturazione del mercato, oltre alle frodi e contraffazioni”.

La risoluzione chiede poi che il Governo venga sollecitato anche sulla tracciabilità del prodotto, rendendo trasparente la provenienza dell’olio e scaglionando in quote mensili il prodotto di ulteriore importazione. Massima attenzione viene poi chiesta sul fronte delle frodi e della “formazione” dei consumatori, iniziative essenziali per capire cosa si compra ed evitare pericolosi trabocchetti.

> Il testo della risoluzione

Condividilo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.