Una legge regionale per uno sport che sia davvero bene comune

Più opportunità di praticare sport e attività fisica, impianti rinnovati, meno burocrazia, mano dura contro il doping e chi si muove fuori dalle regole, un occhio di riguardo ai giovani e al coinvolgimento delle scuole.

La nuova legge regionale sullo sport, approvata a larga maggioranza dall’Assemblea legislativa, e senza voti contrari, prende di petto l’attività fisica per una società più attiva, sana e coesa.

“Fare attività sportiva è importante non solo dal punto di vista della salute, come elemento principe nella prevenzione di molte patologie – commenta la consigliera regionale Manuela Rontini – ma porta con sé il valore della socialità, dell’aggregazione, della condivisione di regole e della crescita comune. Una società sana ha un tessuto sportivo diffuso, e forse per questo che una regione come l’Emilia-Romagna conta ben 870mila iscritti agli enti di promozione sportiva, 370mila atleti aderenti alle federazioni e circa 3 milioni di cittadini che praticano attività motorie”.

L’obiettivo della nuova legge è quello di garantire a tutti delle opportunità, tanto a chi pratica uno sport quanto a quelli che ancora non lo fanno, a partire dai giovani. Per farlo mette a disposizione 20 milioni di euro, oltre ai cinque milioni già stanziati a inizio legislatura: “Un sostegno importante – aggiunge Rontini – che sarà accessibile con regole semplificate e andrà solo a chi rispetta le regole giocando pulito: chi bara, usa sostanze dopanti o le ha fatte usare, vedrà i contributi revocati e non potrà accedervi per cinque anni. La legalità è alla base del vivere civile e lo sport, come ha ricordato Papa Francesco, ci mostra che «è possibile costruire una cultura di incontro e un mondo di pace» superando barriere e pregiudizi”.

Quattro le direttrici secondo cui si muove la nuova legge. Salute e benessere, con il coinvolgimento attivo delle scuole per avere più sport (anche in orario extrascolastico, in collaborazione con le associazioni, e la possibilità di promuovere borse di studio per gli atleti emergenti).

Programmazione e contributi, con un piano triennale che comprenda progetti e azioni di promozione dell’attività sportiva, contrasto all’abbandono e integrazione delle persone con disabilità, miglioramento dell’impiantistica e sinergie di sviluppo legate al contesto territoriale e ambientale, con il sostegno al turismo sportivo.

E l’allargamento dei soggetti che riceveranno fondi regionali: oltre a quelle presenti nel registro regionale, saranno ammesse ai bandi anche le associazioni dilettantistiche iscritte al registro del Coni, del Cip e delle Federazioni sportive nazionali, o da tali sigle riconosciute.

Saranno richieste professionalità certificate a chi terrà i corsi: dovranno essere o istruttore qualificato o istruttore di specifica disciplina (con specifici requisiti di studio e abilitazione).

> Infografica sulla nuova legge

> Il testo della legge

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