Disturbi del comportamento alimentare: urge un nuovo piano

“Negli ultimi anni, nonostante i notevoli sforzi messi in campo dalla Regione Emilia-Romagna, i casi disturbi del comportamento alimentare (Dca) sono in costante e netto aumento anche nel nostro territorio, come nel resto d’Italia”.

A denunciarlo è la consigliera regionale Manuela Rontini che, in un’interrogazione, chiede alla Giunta regionale quali azioni saranno attuate per proseguire la positiva esperienza sin qui svolta nel campo della cura di questi disturbi.

Disturbi che “stanno oggi assumendo un rilievo sempre più importante dal punto di vista clinico e per il peso che queste patologie comportano per le famiglie” e il cui trattamento “è complesso, richiede un notevole impegno di risorse e determina costi sanitari elevati”.

“Uno dei dati preoccupanti – scrive Rontini – riguarda la fascia d’età interessata da tali disturbi: l’esordio si sta abbassando intorno agli 8-10 anni, determinando patologie più complesse dal punto di vista del quadro psicopatologico e con prognosi peggiore. Inoltre si sta assistendo ad un continuo mutare dei disturbi stessi: è sempre più difficile trovare forme pure di anoressia e bulimia, mentre proliferano disturbi sotto-soglia che non rientrano nei criteri diagnostici, forme ibride e Dca non altrimenti specificati”.

“Sin dal 2000 – aggiunge la consigliera – la Regione ha supportato il percorso di costruzione di una cultura clinica e organizzativa nei servizi sanitari regionali per il miglioramento dell’assistenza alle persone affette da questi disturbi, attraverso la graduale organizzazione di équipe esperte in Dca, composte da professionisti delle Aziende sanitarie territoriali, ospedaliere e di strutture private con esperienza in questo campo”.

Tanto è vero che il Programma per il triennio 2009-2011 prevedeva per ogni Asl la definizione di un Programma aziendale Dca, mentre ogni Azienda si è dotata formalmente di un team dedicato all’assistenza ai disturbi del comportamento alimentare, costituito da personale formato e dedicato e uno specifico percorso clinico e organizzativo per gli utenti.

“Oggi più che mai – segnala quindi Rontini – occorre non abbassare la guardia sul tema, partendo dal potenziamento della Rete regionale per l’assistenza Dca attraverso l’analisi delle performance ottenute per individuare dati ed elementi oggettivi sui quali mettere in cantiere, quanto prima, un nuovo Programma triennale in grado di aggiornare e implementare le misure di contrasto e prevenzione verso queste patologie”.

> Il testo dell’interrogazione

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One Reply to “Disturbi del comportamento alimentare: urge un nuovo piano”

  1. Donatella

    Mi fa piacere sentire l’interesse per questo tipo di problemi sempre più numerosi ma vissuti nella più totale solitudine della famiglia. Sinceramente qualche anno fa, precisamente due, dovendo aiutare un’amica per questo tipo di problemi mi sono rivolta a livello sanitario, mi dispiace dirlo ma ho trovato il nulla. Il consiglio é stato quello di rivolgersi privatamente da psicologhe esperte, così abbiamo fatto ma per la spesa eccessiva non ci é stato possibile continuare gli incontri. Si sarebbe bello che qualcuno se ne occupasse!

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