Al nido solo se vaccinati

La riforma regionale prevede anche servizi educativi più flessibili e di qualità.

Al nido solo se vaccinati. È questa la novità maggiore del progetto di legge regionale per i servizi educativi da zero a tre anni, una riforma che riscriverà la vecchia legge del 2000.

“I dati parlano chiaro – commenta la consigliera regionale Manuela Rontini – il numero di bambini vaccinati cala anno dopo anno in tutte le Ausl della regione, con una maggiore incidenza in Romagna, dove non a caso è più intensa l’attività dei comitati antivaccinisti. Comitati che, nascondendosi dietro il paravento ideologico della “libera scelta”, stanno mettendo a repentaglio la salute dei bambini più deboli e fragili, come gli immunodepressi, quelli malati di tumore o affetti da gravi tipologie. Vaccinando tutti i bambini che accedono ai nidi, e siamo la prima Regione in Italia a prevedere una simile norma, riusciremo a proteggere anche chi non può ancora vaccinarsi”.

Il tasso di copertura vaccinale nel ravennate è sceso dal 96 al 94,3 per cento in cinque anni (2010-2015). Per gli esperti la cosiddetta ‘immunità di gregge’ potrebbe indebolirsi e venire meno al di sotto del 95 per cento. Maglia nera su questo fronte, in regione, è il riminese con un tasso di copertura dell’87,5 per cento (in calo rispetto al già basso 92,9 per cento del 2010).

Per l’accesso ai nidi il progetto di legge prevede l’obbligo di vaccinazione contro poliomielite, difterite, tetano ed epatite B.

La riforma, comunque, presenta altre interessanti novità. Tra queste, una maggiore flessibilità organizzativa dei servizi educativi ed un sistema di accreditamento semplificato per le strutture: “Il mondo del lavoro cambia – continua Rontini – e i servizi educativi devono andare incontro alle esigenze delle famiglie. Senza sconti sulla qualità, e senza rinnegare la tradizione di questa terra, la riforma ridisegna il funzionamento dei nidi e dei servizi integrati, facendo ruotare attorno al nido ‘classico’ una rete di servizi più flessibili, con orario elastico”.

I servizi educativi che vorranno accreditarsi, per ricevere finanziamenti pubblici, potranno contare su di un percorso più snello, chiedendo loro un progetto pedagogico, la presenza di un coordinatore pedagogico di riferimento e uno strumento di autovalutazione della propria attività.

Secondo i dati regionali riferiti all’anno educativo 2014-2015 in Emilia-Romagna i bambini iscritti nei 1.214 servizi educativi della regione sono 33.140. Di questi, l’82 per cento frequenta i 997 nidi, nidi aziendali, micronidi e sezioni primavera, mentre il restante 7 per cento frequenta i 137 servizi integrativi e gli 80 servizi domiciliari e sperimentali.

> I dati sulle coperture vaccinali nelle Ausl regionali tra il 2010 ed il 2015
> I dati sui servizi educativi da zero a tre anni dell’Emilia-Romagna

> Il testo del progetto di legge

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