Fare memoria di ciò che è stato per farne tesoro, un tesoro da spendere per un futuro migliore. Evitando i rischi che si corrono, in genere, quando si parla di storia e memoria: quelli della retorica, di un ricordo fatto di lapidi polverose e cerimonie ufficiali.
A questo mira il progetto di legge “Memoria del Novecento. Promozione e sostegno alle attività della storia del Novecento in Emilia-Romagna”: a riannodare i fili della memoria, a superare la frammentazione delle attuali leggi e norme, inquadrando la materia in un’unica cornice capace di contenere i fatti che hanno segnato il XX secolo e, con esso, il nostro presente.
“La nostra Repubblica è nata in un momento difficile – commenta la consigliera regionale Manuela Rontini – dopo anni di guerra e violenze. Nel dopoguerra i padri costituenti hanno gettato le basi dell’Italia di oggi cercando di superare, nell’unità e nella solidarietà, gli anni bui del conflitto e della dittatura ventennale. Mentre negli anni della crescita, altri lutti e altre sciagure hanno turbato la vita democratica del Paese, dalle grandi stragi fino agli omicidi di politici e servitori dello Stato. Un passato doloroso che non può e non deve rimanere sepolto in un cassetto. Le giovani generazioni, studiandolo, potranno capire meglio da dove vengono e dove stiamo andando, per costruire tutti insieme il futuro sulle solide fondamenta della consapevolezza”.
La proposta di legge, approvata in commissione e presto all’esame dell’Assemblea legislativa, ha l’obiettivo di promuovere e sostenere interventi mirati a mantenere viva, rinnovare, approfondire e divulgare la memoria degli avvenimenti per le generazioni attuali e future, promuovendo in particolare una ricerca storica a trecentosessanta gradi e la conservazione e valorizzazione del patrimonio storico e culturale dell’Emilia-Romagna.
Un quadro unico e condiviso che conta, però, sul sostegno di molte gambe: quelle della società civile. Il testo, infatti, riconosce il ruolo e l’attività degli istituti storici, delle istituzioni culturali che a vario titolo sovrintendono ai luoghi della memoria, delle associazioni partigiane, combattentistiche e reducistiche presenti sul territorio regionale.
Per il biennio 2016-2017, il bilancio regionale ha stanziato 2 milioni di euro per l’attuazione degli interventi.
Tra i tanti eventi degni di essere ricordati e tramandati, ci sono particolari riferimenti ai due conflitti mondiali, alle grandi trasformazioni sociali, all’emigrazione emiliano-romagnola nel mondo, al colonialismo, all’avvento e alla caduta della dittatura fascista, all’antifascismo, alla deportazione e allo sterminio nei campi di concentramento nazisti e fascisti, alla resistenza e alla liberazione, all’esodo giuliano-dalmata-istriano, alla violenza che ha accompagnato alcuni passaggi politici cruciali del secolo scorso, alla ricostruzione post-bellica e alla nascita della Repubblica, alla discussione e all’approvazione della Costituzione, ai totalitarismi, agli eccidi di tutte le matrici politiche, al terrorismo e alle stragi.
Dovranno essere valorizzati i percorsi legati ai luoghi della memoria (da censire e mappare) e il restauro e la conservazione dei documenti, da rendere accessibili al grande pubblico anche per mezzo degli strumenti informatici. Le memorie più importanti non soccomberanno, così, al rumore di fondo della storia.
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Aggiornamento:
il testo definitivo della legge, che abbiamo approvato in Aula, è consultabile qui: http://demetra.regione.emilia-romagna.it/al/monitor.php?vi=all&dl=a135d82d-bb9c-2c97-c9dc-56e2bca3f1a9&dl_id=10&dl_t=xml&dl_a=y&ev=0