Una Regione più snella per le sfide di domani

Con la riorganizzazione della macchina amministrativa regionale cambia il volto dell’Ente di viale Aldo Moro.

foto_torri Regione Emilia-RomagnaNuovi tagli ai costi della macchina regionale. La Regione Emilia-Romagna vedrà passare da 10 a 5 le proprie Direzioni generali, con un risparmio stimato in 36 milioni di euro entro il 2019 (fine legislatura).

Non è il primo taglio operato dalla Regione che, sul fronte del contenimento dei costi della politica e delle spese di funzionamento regionale, si è sempre mossa per prima nel panorama nazionale. Dal 2010, infatti, non sono mai mancate le sforbiciate: alle indennità dei consiglieri, al loro numero (evitando l’aumento automatico dei seggi in base alla popolazione), ai rimborsi spese, fino all’abolizione delle spese di rappresentanza e delle spese per i gruppi. L’Emilia-Romagna, inoltre, è stata la prima Regione ad abolire i vitalizi per tutti i nuovi consiglieri regionali, mentre ora si sta ragionando in Assemblea legislativa di come riuscire a superare anche i vitalizi già erogati.

Oggi la Regione prosegue la sua cura dimagrante puntando la lente sulla macchina organizzativa interna. L’obiettivo è quello di realizzare un Ente meno complicato, meno costoso, più facile da gestire e più diretto nel garantire servizi a cittadini ed imprese. Oltre a questo, si vogliono attuare procedure più semplici e una maggiore attività di controllo.

La definizione del nuovo piano è stata portata avanti in meno di un anno. Sono state individuate cinque macro aree, corrispondenti alle priorità della Giunta regionale: cura della persona (Direzione Salute e Welfare), ambiente (Direzione Cura del territorio), cultura e lavoro (Direzione Economia della Conoscenza, del Lavoro e dell’Impresa) cui si aggiungono la Direzione Agricoltura e la Direzione generale Gestione, Sviluppo e Istituzioni. Vengono rafforzate, poi, le funzioni di controllo strategico poste in capo al Gabinetto della Presidenza (che mantiene numerose competenze, dalla legalità all’agenda digitale fino ai rapporti internazionali). Nuovo capo di Gabinetto è il 46enne carpigiano Andrea Orlando, cui spetterà il compito di regia e coordinamento dei direttori generali.

Oltre alla riduzione delle direzioni generali, con relative figure di vertice, le retribuzioni dei direttori generali saranno ridotte del 15 per cento, mentre saranno accelerati i percorsi di uscita dei dirigenti attuali, senza sostituzioni. Secondo una stima, a fine legislatura caleranno da 135 a 90, con un rapporto di un dirigente ogni 40 dipendenti.

I prossimi passi sono stati già definiti nero su bianco. Entro il 18 gennaio la Giunta nominerà i nuovi Direttori, che entreranno in servizio il primo marzo. Entro la fine dello stesso mese verrà definito l’organico dei dirigenti e, entro il mese successivo, saranno nominati i nuovi dirigenti. Da inizio maggio 2016 la riorganizzazione sarà completamente operativa.

Manuela Rontini

 

> L’ordine del giorno sulla riforma dei vitalizi

> Il libro bianco “I quattro pilastri di una nuova governance regionale” realizzato dal gruppo di lavoro dell’Università di Bologna coordinato dal prof. Salvatore Vassallo

> Le slide “La struttura che connette”

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