Un accordo biennale per le piattaforme marine

Conciliare la tutela dell’ambiente marino con la salvaguardia dei posti di lavoro, e relativo indotto economico, garantiti dalle piattaforme off shore. È il succo di un accordo biennale, presentato venerdì 16 dicembre a Ravenna, tra la Regione Emilia-Romagna e il ministero per lo Sviluppo economico. Un patto pilota per legare le estrazioni in mare al rispetto dell’ambiente marino e delle attività turistiche.

L’intesa è stata siglata da Carlo Calenda, riconfermato ministro per lo Sviluppo economico nel Governo Gentiloni, e Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna. Ma il documento è stato condiviso dai Comuni della costa e da tutti gli attori interessati del settore petrolchimico.

Con questo accordo si gettano le basi per un progressivo allontanamento delle attività estrattive dalla costa. A quel punto le piattaforme in alto mare, una volta dismesse, potranno avere anche finalità turistico-ricreative, come immersioni subacquee, pesca sportiva e wellness. Oltre ad essere riconvertite in stazioni oceanografiche, atolli artificiali per il ripopolamento ittico o torri di trasmissione Wi-Fi in banda libera.

Fino ad allora saranno sfruttate, con le migliori tecniche disponibili, per lo studio della subsidenza indotta dalla coltivazione degli idrocarburi in ambito offshore (i cui effetti potrebbero causare erosione costiera e ingressione del mare nell’entroterra). Verrà sviluppato un progetto di studio sugli aspetti legati alla qualità delle acque, dei sedimenti e del biot. Ai concessionari delle attività offshore, in particolare, verrà chiesto di contenere i livelli di contaminazione sia per la qualità ambientale sia per la salvaguardia della salute dei consumatori dei prodotti commercializzati (con indagini a cadenza stagionale sugli eventuali accumuli nei sedimenti e nei molluschi presenti a ridosso della piattaforma).

Seguendo quanto già attuato in terraferma, in provincia di Modena e Bologna, le piattaforme potranno essere attrezzate anche come laboratori scientifici, per studiare i terremoti in alto mare.

“Seppur desiderabile, non si può abbracciare un’economia libera da fonti fossili dall’oggi al domani – commenta la consigliera regionale Manuela Rontini – per questo l’accordo raggiunto tra Regione e Governo rappresenta un modello di pragmatismo: più tutela ambientale e più controlli già oggi, tutelando il lavoro esistente e i tanti operatori del settore, con un occhio rivolto agli scenari futuri”.

> Il testo dell’accordo

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