Trasporto pubblico in montagna, una risoluzione per abbatterne i costi

Istituire un fondo per il Trasporto pubblico locale in montagna per aiutare i Comuni a coprire il costo, altrimenti troppo alto, del servizio e ridurre le tariffe per gli studenti delle scuole superiori, giocoforza costretti a lunghi tragitti.

È il senso della risoluzione approvata nei giorni scorsi in commissione ‘Territorio Ambiente Mobilità’ dell’Assemblea legislativa: “Sarebbe un provvedimento importante per non penalizzare ulteriormente i residenti dei comuni montani – commenta la presidente della commissione Manuela Rontini, firmataria della proposta – a partire dagli studenti delle superiori che devono recarsi nei centri maggiori, a valle, come succede ai ragazzi che abitano a Casola Valsenio, Riolo Terme o Brisighella e vanno a scuola a Faenza”.

La risoluzione, che ha come prima firmataria la consigliera Lia Montalti, richiama la Legge regionale 2/2004 ‘sulla Montagna’, che già finanzia con risorse regionali, statali ed europee i servizi pubblici di utilità sociale come i trasporti. Tuttavia, il conteggio dei costi del Tpl a carico dei diversi enti locali si basa sulla percentuale dei chilometri di servizio, senza prevedere particolari meccanismi di perequazione e di equità, determinando un costo molto più alto per i comuni montani e collinari (che spesso hanno una superficie molto vasta ma una popolazione minore, dunque meno potere decisionale all’interno dell’Assemblea dei soci delle agenzie di mobilità).

“L’aumento dei costi, spesso insostenibili, rischia dunque di isolare proprio quei territori come la collina e la montagna che, al contrario, hanno bisogno di maggiori collegamenti con le città più grandi, sedi dei principali servizi. Entro la fine del mese voteremo in Assemblea legislativa l’assestamento di bilancio e sarà l’occasione per dare benzina, è proprio il caso di dirlo, a questo provvedimento” conclude la consigliera Rontini.

> Il testo della risoluzione

 

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