Per combattere la cimice asiatica servono i Samurai

Per combattere la minaccia che viene dall’Estremo Oriente non potevano che scendere in campo i samurai. Non si tratta però della casta di guerrieri del Sol levante, erede delle antiche tradizioni militari giapponesi, bensì delle vespe samurai, un imenottero parassitoide che deposita le proprie uova in quelle della cimice nutrendosi di esse. Quando le larve della vespa si sviluppano uccidono le uova della cimice, stroncando così sul nascere questo flagello per l’agricoltura locale.

“Sono diversi anni che le cimici asiatiche infestano le produzioni agricole emiliane e romagnole – spiega la consigliera regionale Manuela Rontini – tanto che i primi avvistamenti di Halyomrpha halys risalgono al 2012 nel modenese. Da lì le cimici marmorate si sono diffuse ben presto in tutto il Nord Italia. Innocue per l’uomo, sono un serio pericolo per molte piante ed è difficilissimo contrastarle, dato che le norme europee e nazionali vietano la diffusione in natura di specie alloctone. Così gli agricoltori devono ricorrere a teli e protezioni fisiche. È tempo però di spingere affinché siano messi in atto nuovi mezzi di contrasto, chiedendo le deroghe del caso”.

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