Blocco delle trivelle? Dal territorio un appello per scongiurarlo

Fermare subito l’emendamento “blocca trivelle”, indicare con chiarezza la strategia energetica nazionale e istituire un tavolo in Regione per condividere le politiche energetiche. Queste le richieste, in un documento proposto dal Sindaco Michele de Pascale, firmato il 17 gennaio dall’Amministrazione comunale ravennate, dalle aziende, dai sindacati e dalle associazioni di categoria.

All’incontro, in municipio a Ravenna, erano presenti anche i consiglieri regionali del territorio che condividono la necessità di fare chiarezza nelle politiche energetiche nazionali: “La proposta di emendamento al Decreto legge Semplificazioni che riguarda il settore upstream – spiega la consigliera regionale Manuela Rontini – prevede, in particolare, la moratoria fino a tre anni dei permessi di prospezione e ricerca di giacimenti già rilasciati e dei nuovi permessi, un considerevole aumento dei canoni concessori a carico delle compagnie e la soppressione del riconoscimento dell’upstream come “attività di pubblica utilità”. Si tratta di uno scenario che sta destando molta preoccupazione nelle aziende e nei lavoratori di un settore strategico per tutta la nostra provincia”.

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Un accordo biennale per le piattaforme marine

Conciliare la tutela dell’ambiente marino con la salvaguardia dei posti di lavoro, e relativo indotto economico, garantiti dalle piattaforme off shore. È il succo di un accordo biennale, presentato venerdì 16 dicembre a Ravenna, tra la Regione Emilia-Romagna e il ministero per lo Sviluppo economico. Un patto pilota per legare le estrazioni in mare al rispetto dell’ambiente marino e delle attività turistiche.

L’intesa è stata siglata da Carlo Calenda, riconfermato ministro per lo Sviluppo economico nel Governo Gentiloni, e Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna. Ma il documento è stato condiviso dai Comuni della costa e da tutti gli attori interessati del settore petrolchimico.

Con questo accordo si gettano le basi per un progressivo allontanamento delle attività estrattive dalla costa. A quel punto le piattaforme in alto mare, una volta dismesse, potranno avere anche finalità turistico-ricreative, come immersioni subacquee, pesca sportiva e wellness. Oltre ad essere riconvertite in stazioni oceanografiche, atolli artificiali per il ripopolamento ittico o torri di trasmissione Wi-Fi in banda libera. Continua a leggere →

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