Rontini è l’asso pigliatutto: 7198 voti

Il testo dell’intervista apparsa ieri, 28 gennaio 2020, nell’edizione di Ravenna-Faenza-Lugo de “Il Resto del Carlino”

Mesi fa era sembrato che a queste elezioni regionali la consigliera uscente Manuela Rontini non dovesse neppure ripresentarsi, per tentare invece la corsa alla poltrona di sindaco della sua Faenza in primavera. Le cronache raccontano di una notte assai tesa, trascorsa al quartier generale del Pd faentino, in cui tramontò l’opzione di candidarsi allo scranno più alto di palazzo Manfredi in favore di un nuovo arrembaggio al consiglio regionale.

«Sin dalla scorsa estate il Pd mi ha chiesto di ripresentarmi», dice Manuela Rontini. «Si era parlato di una mia disponibilità a candidarmi a sindaco, è vero – ammette -. Ma la nostra comunità è stata chiara nel chiedermi l’impegno a portare le nostre istanze in regione».

Renziana della prima ora che però ha scelto di restare nel Partito democratico dopo lo ‘strappo’ dell’ex segretario, Manuela Rontini ha incassato addirittura 7.198 preferenze al termine di una campagna elettorale che l’ha vista battere in lungo e in largo tutta la provincia.

Il tesoretto di settemila preferenze che la vedono addirittura davanti ad Andrea Corsini, tra cui 3200 conquistate sui 10mila voti faentini andati al Pd – la proietteranno come favorita per una promozione su uno scranno più alto di quello occupato ora?

«Mi sono candidata per rappresentare il mio territorio e sarà felice di farlo. Ammetto che il numero di preferenze ha sorpreso me per prima. Ho visitato tutti i mercati dei nostri comuni, e il numero di eventi cui ho preso parte in questi cinque anni è diventato ben presto nell’ordine delle migliaia, prima che smettessi di contarli, ma non avrei comunque scommesso su un risultato come questo. A commuovermi di più è l’affetto dei miei concittadini: la percentuale di preferenze sul voto al Pd, a Faenza, è superiore al 30%. Non accade spesso di assistere a qualcosa di simile. Lo stesso Bonaccini, in nottata, è rimasto sorpreso dagli ottimi risultati in arrivo dai nostri seggi».

E pensare che c’era chi pensava che tra i dem alcuni le avrebbero voltato le spalle, votando nel segreto dell’urna Mirella Dalfiume anziché lei. Che è successo?

«Nel Pd ognuno ha fatto la propria parte. C’è stato un ricompattamento in vista della portata della sfida cui eravamo chiamati».

È presumibile che abbia ricevuto voti anche da sostenitori di altre realtà con una sensibilità affine alla sua come Italia Viva o Azione di Carlo Calenda, giusto?

«È altamente probabile. Ma non parlerei di voti arrivati da fuori: mi piace pensare che provengano da elettori che sono tornati a votare per il Pd».

Il prossimo candidato sindaco a Faenza sarà un volto della sua cerchia?

«Non è importante che sia un candidato vicino a me, quanto piuttosto che si stagli come una figura autorevole, carismatica, preferibilmente giovane, capace di rendere protagonista quel tessuto associativo che è il vero patrimonio della nostra città».

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