Promuovere i dialetti per riscoprire le proprie radici

Servono azioni mirate per preservare la conoscenza del dialetto. Una risoluzione per ribadire l’impegno della Regione in materia

"TE AD CHI SIT E' FIOL?"“Certe cose succedono solo in dialetto. Ad affermarlo era Raffaello Baldini, punto di riferimento indiscusso della poesia romagnola. Noi quelle cose non vogliamo perderle. È per questo che sono soddisfatta del voto positivo, ricevuto oggi in Commissione, sulla risoluzione che avevo presentato per confermare e approfondire l’impegno della nostra Regione in difesa dei dialetti” commenta la consigliera regionale Pd Manuela Rontini, prima firmataria del documento.

“Riconosciuti ormai universalmente come un pezzo importante della cultura di un territorio, in grado di raccontare, meglio di tante altre fonti, le tradizioni e le radici profonde di un popolo, i dialetti rischiano di andare perduti – è l’allarme della consigliera regionale, che raccoglie quanto evidenziato dall’Unesco –. Per questo abbiamo impegnato la Giunta a sostenere campagne di sensibilizzazione che spieghino alle generazioni di chi li comprende ma ormai non li parla più, i rischi che i dialetti stanno correndo e il loro ruolo fondamentale nella nostra storia e, pensiamo, anche per il nostro futuro”.

L’impegno dell’Emilia-Romagna sul fronte dei dialetti è radicato nel tempo: “La prima legge regionale risale al 1994, con un’attenzione cresciuta fino alla legge 16 del 2014 che prevede iniziative di concerto con le scuole e un bando annuale rivolto ad associazioni e compagnie teatrali dialettali per sostenere manifestazioni, spettacoli e produzioni artistiche volte alla loro valorizzazione” ricorda Rontini.

“Il processo di estinzione dei nostri dialetti non è irreversibile, ma richiede uno sforzo ancora più stringente, sia in termini progettuali che economici. L’alternativa a questo impegno è la perdita di lingue che portano con sé la cultura di un luogo e di una comunità. Un rischio – conclude la consigliera – che non vogliamo correre. La Regione, anche per il tramite dell’Ibc, l’Istituto per i beni artistici culturali e naturali dell’Emilia-Romagna, continuerà a impegnarsi perché questo non avvenga”.

> Il testo della risoluzione

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