Piccolo commercio: il futuro passa dall’innovazione

Se la grande distribuzione organizzata soffre la concorrenza dei giganti della vendita online (i grandi centri commerciali negli Stati Uniti si sono quasi dimezzati nel giro di un decennio), i piccoli negozi non se la passano meglio.

Eppure, questi negozi rappresentano spesso la storia di una comunità, in special modo di quelle più piccole. Una storia da aggiornare con gli ultimi ritrovati digitali, per fare in modo che possa continuare negli anni a venire, evitando l’impoverimento imprenditoriale delle comunità, con ricadute negative sull’occupazione e sul tessuto sociale.

Su questa tema è stata depositata una risoluzione (prima firmataria Katia Tarasconi) all’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna. Il documento chiede “Aiuti e sostegni verso la digitalizzazione per aiutare i piccoli esercizi commerciali a tenere testa alla durissima concorrenza delle grandi strutture” (Gdo che, almeno in Italia, gode ancora di buona salute).

“La Regione Emilia-Romagna non è nuova ad iniziative di sostegno al piccolo commercio nei centri storici – commenta la consigliera regionale Manuela Rontini, firmataria della risoluzione – tanto che nel corso di quest’anno sono stati finanziati progetti per 3,43 milioni di euro per interventi di valorizzazione e riqualificazione delle aree, arredi urbani e progetti di promozione e marketing del territorio. Al giorno d’oggi però la prima tappa per moltissimi consumatori è la Rete e, duole dirlo, chi non è sui social non esiste ai loro occhi. Per questo chiediamo alla Giunta una serie di incentivi, in dotazioni informatiche e formazione, per avvicinare i piccoli negozianti all’utilizzo delle reti social e delle nuove tecnologie in genere”.

Le imprese commerciali potrebbero poi innovare con l’acquisto di strumentazioni digitali che facilitino la promo-commercializzazione o la gestione dei rapporti coi fornitori: dalla fatturazione elettronica all’installazione di totem e touch point, senza tralasciare sistemi di business intelligence e la realizzazione di camerini smart.

Il mezzo per farlo potrebbe essere una modifica della legge regionale 41 del 1997, concertata con associazioni di categoria ed enti locali, con lo stanziamento di “adeguate risorse di bilancio”.

> Il testo della risoluzione

[Foto CC]

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