Patto per il trasporto pubblico: due miliardi di investimenti

Firmato un accordo tra Regione, enti locali, gestori e utenti per il nuovo Tpl regionale

Un trasporto pubblico a misura di cittadino, più accessibile, economico, comodo. È l’obiettivo che si sono dati gli enti locali emiliani e romagnoli, la Regione, le società di gestione del Tpl firmando oggi a Bologna, alla presenza del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio, il “Patto per il trasporto pubblico regionale e locale per il triennio 2018-2020”.

Si tratta di una riforma condivisa e complessiva che prevede impegni e investimenti a carico di ogni firmatario, per arrivare a ridisegnare sia il settore ferroviario che quello dei bus urbani. Una realtà, quella del trasporto pubblico locale, che interessa oltre un milione di passeggeri al giorno (850mila su gomma e 150mila su ferro) e 7.230 lavoratori in aziende che, insieme, hanno un fatturato annuo di 650 milioni euro.

“Per aumentare del 10 per cento i passeggeri del trasporto pubblico su gomma, e del 20 per cento quelli su treno, entro il 2020 come abbiamo previsto – spiega la consigliera regionale Manuela Rontini, presidente della commissione Territorio Ambiente e Mobilità dell’Assemblea legislativa – non bastano le buone intenzioni. Servono investimenti in grado di rendere appetibile il trasporto pubblico agli occhi dei cittadini, sostenibile dal punto di vista economico, puntuale, sicuro e di facile accesso. Il piano di investimenti approvato, di quasi due miliardi di euro, permetterà proprio questo, secondo un percorso concordato con i gestori”.

Oltre al rinnovo totale del materiale rotabile ferroviario regionale entro il 2019, continuerà lo svecchiamento del parco autobus con 600 nuovi mezzi entro il 2020. Ancora più importante, già dal settembre del prossimo anno l’integrazione tariffaria ferro-gomma si farà più stretta, con la possibilità per gli abbonati al servizio ferroviario regionale (mensili o annuali) di poter usare l’intera rete di trasporto pubblico delle città di origine e destinazione dell’abbonamento (sopra i 50mila abitanti), senza costi aggiuntivi.

“Si tratta di un incentivo economico e pratico – commenta Rontini – che permetterà un risparmio stimato di 180 euro l’anno per 36mila abbonati e, soprattutto, renderà più semplice viaggiare con i mezzi pubblici. Grazie ad una sola tessera, che diventerà un borsellino elettronico, si potrà passare dal bus al treno e ancora al bus senza complicazioni”.

Gli utenti troveranno poi applicazioni di infomobilità per seguire in tempo reale gli orari aggiornati di autobus e treni, con la possibilità di acquistare il biglietto tramite cellulare (avvicinando il telefonino al validatore), su Internet con Qr code oppure direttamente a bordo degli autobus con bancomat e carte di credito contactless.

Nuovi autobus e treni

Per il nuovo materiale è previsto un investimento di risorse pubbliche pari a oltre 900 milioni di euro che, sommati alle risorse previste nel piano triennale di ammodernamento delle stazioni, superano un miliardo di euro.

Entreranno in servizio 96 nuovi convogli, di cui 75 entro il 2019, grazie ad un investimento complessivo di 750 milioni di euro.

Tra le novità, nel 2018 saranno potenziate le tratte ferroviarie Bologna-Ravenna (con riduzione dei tempi a 60 minuti) e Bologna-Rimini (44 minuti). Sarà completato anche il collegamento alta velocità tra Bologna e Venezia.

Entro il 2020 saranno rinnovati 600 nuovi autobus grazie ad un investimento di 160 milioni di euro, di cui 80 a carico del bilancio regionale. Saranno così sostituiti i mezzi più obsoleti della flotta: dopo i 191 nuovi bus (diesel euro 6) arrivati nel 2017, 70 (a metano, ibridi o elettrici) circoleranno nel 2018 e i restanti 339 entro il 2020.

Novità societarie

Ferrovie. Dal gennaio 2019 si arriverà ad un’azienda unica per il trasporto ferroviario dell’Emilia-Romagna, che riunirà i due gestori del servizio di trasporto su ferro, Trenitalia e Tper. Mentre per quanto riguarda la gestione delle infrastrutture, è stata firmata un’intesa tra Regione, Fer (attuale gestore regionale) e Rfi (gestore della rete nazionale) per avviare il percorso di trasferimento a quest’ultima della gestione di tutti i 1.400 chilometri di rete ferroviaria dell’Emilia-Romagna.

In prospettiva, l’obiettivo è quello di trasferire allo Stato l’intera rete ferroviaria, per adeguarla dal punto di vista tecnologico e innalzarne il livello di sicurezza attraverso un piano decennale di investimenti da oltre un miliardo di euro contenuti nel Masterplan allegato all’intesa.

Il prossimo passaggio sarà nel 2018 la riclassificazione da parte del Governo, d’intesa con le Regioni, delle tratte regionali a ferrovie d’interesse nazionale (che qui potrebbe riguardare la Parma-Suzzara-Ferrara, la Bologna-Portomaggiore, la Casalecchio-Vignola, la Reggio Emilia-Sassuolo e la Reggio Emilia-Guastalla), per giungere nel 2019 al subentro da parte di Rfi nella gestione di tutte le linee regionali ed entro il 2020 al trasferimento allo Stato, con un risparmio da parte della Regione dei relativi costi.

Autobus. Per quanto riguarda il trasporto su gomma, il Patto prevede di arrivare alla fusione delle 9 agenzie provinciali dei gestori dei servizi pubblici autofilotranviari in 4 nuovi soggetti con le medesime funzioni (Modena e Reggio Emilia; Bologna e Ferrara; Parma e Piacenza; Romagna), come previsto dalla legge regionale 30/98 e nel rispetto delle clausole sociali di salvaguardia dei livelli occupazionali del personale.

In discussione anche la proposta di aggregare in un’unica holding regionale le aziende di trasporto a maggioranza pubblica (Tper, Tep, Start Romagna e Seta) con l’obiettivo di creare un unico operatore con dimensioni patrimoniali, capacità tecniche e di investimenti e competenze che ne aumentino la competitività.

> Il testo del “Patto per il trasporto pubblico regionale e locale 2018-2020”

> Il testo delle slide

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