Interramento dei binari a Ferrara: ridurre i disagi per i residenti

passaggio a livello

Doveva trattarsi di una deviazione temporanea, due o tre anni al massimo di sofferenza per poi dire addio al rumore dei treni di passaggio e all’inquinamento delle auto ferme ai passaggi a livello. Invece l’interramento del tratto urbano della ferrovia a Ferrara si sta trascinando da più di quattro anni e, a causa dei fallimenti o delle rinunce delle diverse ditte incaricate, non vede ancora la luce in fondo al tunnel.

Nel frattempo le soluzioni temporanee, pensate per una durata dei lavori medio-breve, stanno cominciando a mostrare i loro limiti. Per permettere la costruzione di un tratto sotterraneo di ferrovia, comune alle linee Ferrara-Ravenna (Rfi-Fs) e Ferrara-Codigoro (Fer), tutti i treni di queste linee, dal 2011, percorrono l’ultimo segmento della vecchia linea Ferrara-Codigoro. Una soluzione possibile grazie alla realizzazione di una bretella che devia i treni da e per Ravenna sulla linea di Fer all’altezza di Bivio Rivana verso Foro Boario. In questo modo, però, il binario già presente è passato da un sonnacchioso traffico, pari ad una ventina di convogli al giorno, ad un numero di transiti quadruplicato.

Così alcuni consiglieri regionali del Pd, tra cui Manuela Rontini, presidente della Commissione Territorio Ambiente Mobilità dell’Assemblea legislativa, hanno presentato un’interrogazione alla Giunta per sapere quali provvedimenti intenda adottare per limitare i disagi della popolazione (dall’inquinamento acustico all’innalzamento delle polveri) e se sono o saranno previsti sopralluoghi agli edifici adiacenti alla linea ferroviaria (specie in via Gaetano Pesci), per sincerarsi della tenuta strutturale degli stessi.

L’interrogazione chiede anche se la Giunta ritenga opportuno verificare i tempi di chiusura del passaggio a livello di via Bologna, già oggetto di regolazione a inizio lavori (con la soppressione delle fermate Porta Reno e Aleotti) ma comunque ancora tali da produrre code di automobili davanti alle sbarre chiuse.

Al termine di questi lunghi lavori (complicati anche dalle nuove norme anti-sismiche) Ferrara avrà comunque delle infrastrutture in grado di soddisfare meglio le esigenze di cittadini e pendolari. Una vera metropolitana di superficie, in parte già attiva, a servizio del nuovo polo ospedaliero di Cona (raggiunto nel 2012 dopo 17 anni di lavori) e dei quartieri sud-est, fino al miglior collegamento della linea da Ravenna con la Suzzara-Ferrara (utile specialmente ai treni merci) e all’eliminazione dei passaggi a livello più critici.

A tutto questo bisogna aggiungere poi la prossima attivazione del collegamento tra Dogato e Portomaggiore, che permetterà un collegamento del basso ferrarese direttamente con Bologna evitando Ferrara.

I vantaggi di domani non devono comunque far dimenticare i disagi di oggi. Per questo è importante che i lavori tornino al più presto “sul giusto binario”.

> Il testo dell’interrogazione

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