Il dilagare dei cormorani è un flagello per le specie ittiche

Se fino a qualche tempo fa era inconsueto avvistare dei cormorani nei bacini interni, laghi e fiumi, oggi questi uccelli selvatici sono una presenza costante e numerosa, una causa di gravi danni agli allevamenti ittici.

La crescita dei cormorani in regione è costante, dai 9886 esemplari del 2010 alle 11275 unità del 2016 (secondo i dati dell’Associazione ornitologi Emilia-Romagna), con picchi di 3mila volatili a Ravenna e Ferrara. E si stanno spostando sempre più nelle aree interne, collinari e montane.

Per questo all’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna è stata depositata una risoluzione (sottoscritta dalla consigliera regionale Manuela Rontini) per verificare la fattibilità di piani di abbattimento dei cormorani, attraverso un confronto ed un’analisi accurata della situazione con strutture scientifiche e professionisti esterni, anche al di fuori dei comparti produttivi ittici. Questo per aiutare i pescatori, gli addetti all’acquacoltura e l’ambiente stesso.

Anche l’Unione Europea (nonostante questo uccello sia specie protetta) sta lavorando alla redazione di un Piano europeo di gestione della popolazione di cormorani, per limitarne l’impatto sulle risorse ittiche e le attività di acquacoltura. Lo stesso è avvenuto in altre Regioni italiane, con la richiesta di piani di prelievo in deroga all’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale. Un percorso che la risoluzione propone anche per l’Emilia-Romagna.

> Il testo della risoluzione

[Foto CC]

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