Grazie Damiano, e arrivederci a presto!

Di foto con Damiano ne ho tantissime (molte molte di più dei selfie con Renzi, per capirci).

Per questo post ne ho scelte 3: quella che abbiamo scattato a febbraio 2015 (quando ho avuto l’onore di accompagnarlo a Bruxelles, in occasione del suo insediamento al Parlamento europeo), quella che abbiamo fatto l’ultima volta che sono stata a trovarlo nel suo ufficio, quella che ha usato per comunicare la scelta di non ricandidarsi alle prossime elezioni Europee.

Ecco, anche per questo, per me ieri è stata una giornata triste.

Ricordo come fosse adesso il periodo che ha preceduto le Europee del 2014 (dalle ‘scorribande’ in fattoria alle volte che siamo rimasti senza benzina in autostrada…). Quella che sembrava una sfida impossibile – portare la Romagna in Europa – con 52.233 preferenze raccolte in poche settimane, è diventata realtà!

A Damiano devo molto: ad esempio, se non avessi avuto l’opportunità di accompagnarlo in quella campagna elettorale, non avrei mai capito come affrontare quella delle regionali.

Ma ancor prima che come politico, gli devo molto come uomo. A lui, a sua moglie Fiorenza (la mitica Fiò) e alle sue figlie Benedetta e Beatrice (che ancora chiama “bambine”…). Per me sono l’esempio quotidiano di cosa vuol dire essere una famiglia unita (anche di fronte alle fatiche e alle difficoltà della vita) e di come è possibile amarsi e rispettarsi, ogni giorno che passa.

Forse qualcuno penserà che sto scrivendo cose fuori luogo, ma sono le qualità della persona che fanno il buon Politico…

Coraggio, libertà (di pensiero, azione e coscienza), correttezza e rispetto, la capacità di lavorare col sorriso, senza prendersi mai troppo sul serio: per me sei sempre stato un esempio, un Amico e un fratello maggiore, da cui ho ancora tanto da imparare…

In questi anni, girando in lungo e in largo tra Emilia-Romagna e Veneto, hai rappresentato il territorio con passione e competenza, lavorando per avvicinare l’Europa (che anche per tanti amministratori era un “oggetto misterioso, senza un volto”) alle nostre comunità.

Gli occhiali a lenti progressive dell’Europa sono, almeno per ora, l’ultima ‘genialata’ a cui ci hai abituati (dopo la Z di Zorro/Zoffoli, le scarpe bucate, il bambino e il dialetto…).

E so che, sotto a quegli occhiali, lo vedo dall’espressione del viso che hai nella foto, ci sono gli occhi curiosi di un gigante buono “che si impegna ogni giorno per ritornare bambino” e recuperare la semplicità che abbiamo perduto.

“L’Europa non è a Bruxelles e a Strasburgo, l’Europa vive nei territori… l’Europa siamo noi!”: è una delle frasi che ti ho sentito ripetere più spesso. “Il nostro continente è a metà del guado” e se vogliamo sconfiggere guerre, egoismi e nazionalismi, dobbiamo completare il progetto di costruzione degli Stati Uniti d’Europa, come non ti sei mai stancato di ripetere.

Anche se dispiaciuta per la scelta che hai fatto, mi hai di nuovo insegnato qualcosa: il senso del limite, che servendo con generosità le Istituzioni si può rimanere saldi nelle proprie convinzioni e mantenere fede alle priorità che si è scelto di onorare. Doti rare, nell’impegno politico.

Grazie Damiano e arrivederci a presto!

Manuela

Condividilo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.