Dalla parte di Nasrin, dalla parte dei diritti umani

La Regione Emilia-Romagna prende posizione sulla condanna inflitta in Iran a Nasrin Sotoudeh, avvocatessa per i diritti umani, ritenuta colpevole di “collusione contro la sicurezza nazionale”, “propaganda contro lo Stato”, “istigazione alla corruzione e alla prostituzione” e di “essere apparsa in pubblico senza hijab”. Per questi capi di imputazione l’avvocatessa iraniana è stata condannata, in contumacia, a 38 anni di carcere e 148 frustate.

L’Assemblea legislativa ha infatti votato all’unanimità una risoluzione che, esprimendo solidarietà all’avvocatessa condannata, impegna la Regione a unirsi alla mobilitazione mondiale in atto, e a intervenire sul Governo affinché si attivi in tutte le sedi per sospendere la sentenza, facendo rispettare i diritti umani.

“Nasrin Sotoudeh è un simbolo della libertà di pensiero, premiata proprio per questo dal Parlamento europeo nel 2012 con il Premio Sacharov – spiega Manuela Rontini, firmataria del documento – per questo le accuse che le sono rivolte sono pretestuose. Viene colpita per il suo impegno in favore dei diritti umani, per aver rappresentato attivisti dell’opposizione, giovani condannati a morte, donne e prigionieri politici”.

Tra il 2005 e il 2015 in Iran, secondo i dati di Amnesty International, sono stati giustiziati 75 minorenni, e ve ne sono oltre 160 in attesa di esecuzione.

In Emilia-Romagna l’intera avvocatura ha già lanciato una petizione per chiedere di sospendere la sentenza, ora trova al suo fianco anche la Regione, impegnata nel portare questa istanza in ogni sede, nel nome dei diritti umani.

> Il testo della risoluzione

[Foto CC]

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