Comunicazioni sui Vaccini, come funzionano nel caso di genitori separati?

Interrogazione in Regione per chiedere se il genitore non residente con i figli riceva, o meno, le segnalazioni dell’Ausl di mancato rispetto dell’obbligo

Che tipo di procedura è prevista per informare correttamente il genitore non residente con i figli sull’eventuale inadempienza dell’altro circa gli obblighi vaccinali?

La domanda la pone, attraverso un’interrogazione, la consigliera regionale Manuela Rontini (Pd) che spiega come “in caso di genitori separati o divorziati, non residenti entrambi con i figli, chi non abita sotto lo stesso tetto non riceverà alcuna comunicazione da parte delle Aziende sanitarie e non potrà quindi intervenire preventivamente per la tutela del diritto alla vaccinazione e, di conseguenza, alla salute dei propri figli”.

Nell’atto ispettivo si sottolinea come, dopo l’approvazione della norma, la copertura vaccinale nella regione sia cresciuta arrivando al 96,6 per cento dei bambini nati nel 2015 al di sopra della soglia del 95 per cento indicata dall’Oms. Un dato “significativo se si pensa – scrive Rontini – che nel 2015 si toccò il minimo storico del 93,4 per cento di bimbi vaccinati al ventiquattresimo mese”.

La richiesta della consigliera arriva perché alle “famiglie dei minori che non hanno ancora completato il calendario vaccinale” verrà inviata a casa “una lettera di convocazione da parte delle Ausl con la data dell’appuntamento”.

Le famiglie “avranno tempo fino al 31 ottobre per portare la documentazione: in questo caso va presentata a scuola la copia dell’appuntamento o il certificato del pediatra con l’esonero dalla vaccinazione. In caso di mancata consegna – ricorda Rontini – saranno le stesse scuole a comunicarlo all’Ausl. La Regione ha anche preparato un modulo di autocertificazione che i genitori possono utilizzare in casi particolari quando non si è in possesso di adeguata documentazione. In questi casi, entro il 10 marzo 2018, deve essere poi presentato il certificato vaccinale. Nell’ipotesi che non venga fatto – specifica la consigliera – sono previste sanzioni da 100 a 500 euro e non sarà consentito l’accesso ai nidi e alle materne”.

> Il testo dell’interrogazione

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