“Candidature al momento opportuno. Credo nei valori fondanti del Pd”

Il testo dell’intervista apparsa ieri, mercoledì 16 ottobre 2019, nell’edizione di Ravenna, Faenza-Lugo e Imola del “Corriere Romagna”

Con l’avvicinarsi delle elezioni regionali si prefigura un rinnovo del suo impegno e una ricandidatura? A che punto sono i giochi?

Nei giorni scorsi è stata fissata la data delle elezioni regionali: si voterà domenica 26 gennaio 2020. Una proposta che ci consente di predisporre e approvare la legge di bilancio 2020-2022 della Regione Emilia-Romagna, assicurando in tal modo la piena funzionalità dell’Ente ed evitando l’esercizio provvisorio che, al contrario, ne limiterebbe l’operatività, anche rispetto alle misure rivolte a cittadini, imprese e famiglie.

Fino alla convocazione dei comizi elettorali (in gergo si chiama così l’avvio della campagna elettorale) continueremo quindi ad essere impegnati su due fronti: in viale Aldo Moro, nei lavori di Commissione e Aula, per approvare gli ultimi provvedimenti della Legislatura; sul territorio, incontrando e confrontandoci con le persone, come ho cercato di fare, quasi senza sosta in questi anni, girando in lungo e in largo per la provincia.

Mi si permetta un piccolo sfogo: come sempre, c’è chi antepone la tattica politica e il chiacchiericcio sulle candidature, a tutto il resto. Personalmente, invece, preferisco continuare a lavorare a testa bassa, con passione e determinazione: il resto lo decideremo insieme, al momento opportuno e nelle sedi deputate.

Su quali tematiche deve puntare la campagna elettorale di Bonaccini?

Da una parte sull’orgoglio di essere emiliano romagnoli e di vivere in una regione in cui tante persone scelgono di venire a curarsi per la qualità della sanità, che ha investito tante risorse per riqualificare le scuole e, negli ultimi 5 anni, ha visto dimezzare la disoccupazione (era al 9% nel 2014, oggi è scesa sotto il 5%), senza dimenticare l’impegno verso le persone più fragili e in difficoltà.

Dall’altra penso che la Regione abbia bisogno di una “svolta verde”, capace di coniugare la salvaguardia dell’ambiente e lo sviluppo economico: è quello che ci chiedono anche i tanti giovani che sono tornati nelle piazze a manifestare per il clima e per il nostro futuro.

Dopo la recente scissione nel Pd e la nascita di Italia Viva di Renzi, la sua scelta è stata di seguire il Pd: a livello locale altri sono saliti sul carro di Renzi, ciò inciderà sulle scelte del candidato a sindaco del Pd a Faenza?

Come tutti sanno, a Matteo Renzi mi legano stima e amicizia, anche se ho deciso di restare nel Pd: del resto i carri sono più abituata a spingerli, che a salirli… Coerentemente con quello che succederà a livello regionale (con Italia Viva che ha dichiarato di sostenere con convinzione la corsa di Stefano Bonaccini), immagino che anche a livello locale si posizioneranno nell’orbita del centrosinistra. Se è vero che l’uscita di Renzi, Calenda e Richetti ci lasciano un Pd più povero (e lo stesso valeva ieri per la scissione di Bersani e compagni), è forse vero che la nuova formazione politica potrà essere in grado di attrarre quell’elettorato moderato che non si riconosce nella Lega di Salvini, allargando il campo. Vedremo cosa succederà, anche se va riconosciuto che le scissioni non ci hanno mai portato molta fortuna…

Lei che è stata una renziana della prima ora, per quale motivo ha scelto di non seguire più Matteo?

Proprio il 14 ottobre di 12 anni fa nasceva il Partito democratico, con l’obiettivo di dar vita ad una grande forza popolare, intorno a cui raccogliere le tradizioni culturali e politiche riformatrici del Paese, per mobilitare le migliori energie e rimettere l’Italia in cammino. Questa era la ragione del Pd perché, si diceva, “non possono più restare senza risposta le grandi domande dei giovani che, per la prima volta dal dopoguerra, non hanno fiducia nel futuro e temono un destino di insicurezza permanente. È tempo di abbattere gli ostacoli che vengono da una società chiusa, soffocata dai corporativismi, che difende l’esistente e le rendite di posizione”. Penso che in quelle parole, scritte nelle prime righe del “Manifesto dei valori del Partito democratico”, ci siano ancora le ragioni del nostro essere. Se ho scelto di restare è perché voglio continuare ad impegnarmi perché sia così.

> La pagina del Corriere Romagna con l’intervista

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