Agricoltura ravennate: chiesto lo stato di calamità da maltempo

Situazioni critiche in particolare a Bagnacavallo, Castel Bolognese e Faenza

Prima un lungo periodo di siccità, poi la grandine e infine le gelate tardive. Una tripletta sciagurata quella che si è abbattuta sugli agricoltori romagnoli tra l’inverno e la primavera, con un rovinoso finale nel mese di aprile.

Per aiutare i tanti addetti ai lavori rimasti in ginocchio, la consigliera regionale Manuela Rontini auspica che la Giunta chieda al Governo lo stato di calamità per le zone colpite dalle gelate tardive.

Il gelo ha bruciato i teneri germogli, i boccioli e i fiori delle viti e di molti altri alberi da frutto, specialmente nelle zone di Bagnacavallo (frazioni di Boncellino, Glorie, Traversara e Villanova), Castel Bolognese, Russi e Faenza (nelle aree più basse della campagna di Reda, tra Pieve Corleto, Basiago e San Barnaba): “Gli agricoltori stimano che ben oltre il 50 per cento della produzione di uva, kiwi e cachi sia compromesso – spiega Rontini – il ritorno del maltempo ha influito sull’agricoltura in una fase molto sensibile, ovvero dopo che le anomalie termiche positive della prima parte della primavera avevano già stimolato la ripresa vegetativa di molte piante”.

Altre produzioni frutticole e orticole sarebbero state danneggiate per il 40 per cento. I fenomeni – dopo il caldo anomalo e la siccità di inizio stagione – si sono intensificati nelle giornate tra sabato 15 e martedì 18 aprile: “e nelle nottate successive si sono verificate gelate tardive diffuse che hanno aggravato pesantemente la conta dei danni”. Continua a leggere →

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