Celiachia, la dematerializzazione dei buoni non basta. Serve il borsellino elettronico

La celiachia non è più considerata una malattia rara: l’intolleranza al glutine colpisce 16mila pazienti nella sola Emilia-Romagna, mentre i casi non diagnosticati sono stimati in numero almeno doppio. Allo stesso modo, i servizi digitali sono divenuti la quotidianità per migliaia di persone che grazie a Internet hanno scoperto tante opportunità, alla portata di tutti i cittadini.

Da queste considerazioni prende atto l’interrogazione presentata alla Giunta regionale dalla consigliera Manuela Rontini: “In Emilia-Romagna abbiamo avviato la digitalizzazione dei buoni per l’acquisto di prodotti senza glutine, ma ancora non basta. La spedizione per posta a casa dei pazienti comportava costi superiori a 200mila euro, a carico del Servizio sanitario regionale. Molte persone affette da celiachia, oggi, trovano i buoni caricati direttamente nel proprio Fascicolo sanitario elettronico, un deciso passo in avanti rispetto a quando bisognava ricorrere agli sportelli delle Ausl per ritirarli. Sono costretti però a stamparli e, inoltre, il valore dei buoni non è frazionabile. Bisogna fare un salto di qualità, sulla scorta di quanto già intrapreso in Umbria, Lombardia e Puglia, permettendo ai celiaci di usare direttamente la Tessera sanitaria con microchip, senza vincoli di spesa”.
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