Formazione per i professionisti non iscritti a Ordini: serve un sostegno regionale

La formazione rivolta ai professionisti non iscritti ad un Ordine professionale, ed equiparati alle piccole imprese, è al centro di un’interrogazione che vede prima firmataria la consigliera regionale Manuela Rontini. Il documento chiede alla Giunta se, nel prossimo bando di finanziamento dei progetti per la formazione, ritiene utile inserire un capitolo esplicitamente dedicato ai professionisti non iscritti agli Ordini, superando il problema generato dai codici Ateco.

In Emilia-Romagna sono interessate quasi 30mila persone: “L’attuale normativa prevede dei limiti alla formazione dei professionisti – spiega la consigliera Rontini – dato che circoscrive l’attività all’interno di filiere e settori di attività ben definiti. Questo limite, diventa ancora più esplicito in fase di presentazione del progetto formativo sulla piattaforma della Regione dedicata alla formazione, dove viene richiesto il codice di attività Ateco. A tutto questo, si aggiunge il fatto che i fondi europei che finanziano la misura sono relativi ad ‘argomenti e aree formative’ e non alle filiere o ai codici Ateco. Altro fattore che potrebbe limitare la partecipazione dei professionisti alle opportunità formative è l’eventuale richiesta di compartecipazione finanziaria”.

Per questi motivi l’interrogazione chiede alla Giunta di fare chiarezza e realizzare azioni a sostegno dei professionisti, recependo anche le richieste che vengono in tal senso delle associazioni di categoria: “Chiediamo alla Regione quali migliori condizioni, rispetto agli aiuti di Stato e ad eventuali forme di cofinanziamento, possono essere applicate ai professionisti per il finanziamento delle operazioni di formazione. Inoltre, ci chiediamo se la Regione Emilia-Romagna non ritenga di applicare il sistema dei voucher alla formazione dei professionisti e alle imprese Itc e se nel prossimo bando a loro dedicato intenda prevedere importi minimi di investimento inferiori a quelli previsti nel 2018. Un esempio virtuoso, in tal senso, arriva dalla Camera di commercio di Forlì dove l’importo minimo dei progetti del ‘Bando Voucher Digitali i4.0’ per il 2018 era di 5mila euro”.

> Il testo dell’interrogazione

[Foto CC]

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