La società cambia, il nuovo Piano socio-sanitario cambia con lei

L’Italia cambia e l’Emilia-Romagna con lei. Da un lato il benessere e la maggiore aspettativa di vita hanno aumentato i numeri della popolazione anziana (gli over 75 sono ormai il 13 per cento in regione). Dall’altro si fanno sempre meno figli e le famiglie vedono ridursi il numero dei componenti (dai 2,41 del 2001 ai 2,14 stimati nel 2020). Scenari, che impongono una riflessione sui modelli di assistenza e cura, messi alla base del nuovo Piano sociale e sanitario regionale per il triennio 2017-2019, presentato dalla Giunta e approvato dall’Assemblea legislativa.

“Il Piano precedente – commenta la consigliera regionale Manuela Rontini – risaliva al 2008, prima che la crisi economica colpisse anche i nostri territori. Il nuovo documento mira in primo luogo a sostenere i soggetti più deboli e fragili, lottando contro l’esclusione e integrando tra loro in modo più stretto sanità e welfare. Il testo che abbiamo approvato è frutto di un lungo confronto con enti, sindacati e associazioni locali”.

Tre i principali obiettivi del Piano: lotta all’esclusione, fragilità e povertà; integrazione più stretta dei servizi sanitari, sociali e socio-sanitari; progettare strumenti nuovi per la promozione dell’autonomia delle persone e la riduzione delle disuguaglianze.

Nel primo caso il documento punta su tre strumenti sperimentati a partire da questo mandato: la legge regionale sull’inclusione socio-lavorativa, quella sul Reddito di solidarietà, l’attuazione del Sostegno per l’inclusione attiva (Sia) introdotto dal Governo. Delle équipe multi-professionali lavoreranno insieme nella presa in carico dei bisogni, rispondendo con servizi unificati e progetti condivisi.

Come secondo obiettivo, il Piano conferma il Distretto territoriale (al quale partecipano gli enti locali, confermando la governance pubblica) quale snodo strategico e punto nevralgico per erogare in modo ancora più integrato i servizi sanitari, sociali e socio-sanitari, orientando la lettura dei bisogni e delle risorse e la programmazione degli interventi. Per il futuro, la Regione punta a far coincidere l’ambito del Distretto con l’ambito di esercizio associato nell’Unione dei comuni.

Per quanto riguarda il terzo obiettivo, ferme restando le Case della salute già presenti sul territorio, il documento vuole far nascere e sviluppare strumenti nuovi, per una presa in carico integrata dei bisogni e la messa in atto di politiche trasversali.

Non verranno poi meno gli investimenti sull’autosufficienza, il sostegno ai minori, il “dopo di noi”.

> Il testo del “Piano sociale e sanitario 2017-2019”

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