Lo Stato ritarda? Dovrà essere la Regione a mettere una pezza alla Bolkestein

Da tanto, troppo tempo, gli operatori balneari della Romagna (e non solo) vivono sotto la minaccia incombente di una particolare spada di Damocle: la famigerata direttiva Bolkestein. Varata nel 2006, e recepita dallo Stato italiano nel 2010, la norma prevede la liberalizzazione dei servizi all’interno dell’Unione europea. Tra i settori da aprire al libero mercato figurano anche le concessioni demaniali, con la messa al bando degli spazi sui litorali.

Chi su quelle spiagge opera, però, ha investito spesso nel proprio stabilimento i risparmi di una vita. Si tratta di 30mila imprese lasciate da anni a macerarsi nell’incertezza, 1500 nella sola Emilia-Romagna, che chiedono garanzie oggi ancora più urgenti. La giustizia comunitaria infatti, dall’estate scorsa, ha stabilito che gli Stati non possano più concedere proroghe su proroghe alle concessioni esistenti. Possono essere tollerate, agli occhi dell’Unione europea, solo eventuali deroghe giustificate dall’interesse generale.

Dopo la sentenza, una norma-ponte approvata dal Parlamento ha permesso di tutelare l’affidamento delle concessioni agli attuali titolari. C’è bisogno, comunque, di un intervento risolutivo sull’intera materia: “La necessità è quella di un profondo riordino – commenta la consigliera regionale Manuela Rontini, firmataria con altri colleghi di una risoluzione sul tema – per questo vogliamo impegnare la Giunta regionale a intervenire rapidamente presso il Governo, affinché emani una legge delega. Provvedimento che dovrà prevedere un congruo periodo transitorio, il riconoscimento del valore commerciale delle imprese in grado di tutelare gli investimenti effettuati, una giusta quantificazione dei canoni e una lunga durata delle concessioni”.

Se il Governo non dovesse intervenire in tempi brevi, il documento (che ha come primo firmatario il consigliere Mirco Bagnari) chiede alla Regione stessa di supplire con un proprio intervento legislativo: “in applicazione dei principi comunitari e, soprattutto, a tutela delle tante attività imprenditoriali, delle professionalità e degli investimenti realizzati sulla nostra costa”.

> Il testo della risoluzione

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