Urbanistica regionale: costruire meno, costruire meglio

Evitare il consumo di ulteriore, prezioso, suolo. Semplificare le norme senza banalizzarle, riqualificare gli edifici esistenti, favorire legalità e trasparenza.

La riforma dell’Urbanistica regionale si pone obiettivi ambiziosi. Tanto grandi da richiedere un ampio percorso di partecipazione, cominciato un anno fa e ancora in corso, fatto di continui incontri sul territorio con i cittadini e le parti sociali. Il tutto per scrivere una pagina completamente nuova, a 16 anni di distanza dalla celebre legge 20, figlia di un’altra era.

“Se si attuassero i piani comunali attuali – commenta la consigliera regionale Manuela Rontini, presidente della commissione Territorio e ambiente dell’Assemblea legislativa – sul territorio dell’Emilia-Romagna vedremmo 250 chilometri quadrati di nuove urbanizzazioni, l’equivalente di due città estese come Bologna. Una situazione insostenibile alla quale la nuova proposta di legge pone un freno netto, tagliando del 72 per cento le previsioni odierne: ogni Comune potrà espandersi al massimo del 3 per cento e solo per edilizia sociale o nuovi insediamenti produttivi. Viene salvato, in questo modo, prezioso suolo agricolo. Lo sviluppo economico non passa, non più, dal costruire nuovi immobili: ce ne sono fin troppi sfitti e inutilizzati. La ripresa del comparto edilizio dovrà passare per la riqualificazione dell’esistente in chiave antisismica e di risparmio energetico”.

Il testo della proposta di legge è stato presentato in commissione Territorio e ambiente, ma continuerà in maniera parallela il suo percorso di confronto sui territori. L’obiettivo della Giunta regionale è quello di definire chiudere la bozza entro la fine dell’anno, presentando poi il testo all’esame dell’Assemblea legislativa.

Per la riqualificazione energetica e gli interventi di adeguamento sismico sono previsti contributi regionali diretti: una prima tranche da 30 milioni di euro (frutto dell’accordo tra Governo e Regione sui fondi Fsc), riduzione di almeno il 20 per cento del contributo di costruzione, incentivi volumetrici legati alla qualità del progetto, esonero dal contributo straordinario, procedure più snelle. Chi voglia avviare interventi antisismici in un condominio godrà poi di una corsia preferenziale: basterà l’assenso del 50 per cento dei proprietari di un edificio per imporli al resto dei proprietari.

Semplificazioni in arrivo anche per il mondo agricolo, con incentivi per la demolizione dei grandi fabbricati dismessi non più funzionali all’attività, e per chi fa impresa: gli insediamenti produttivi strategici o le opere di interesse pubblico saranno escluse dalla quota massima del 3 per cento.

Snellimento in vista pure per gli strumenti urbanistici, con un nuovo Piano territoriale regionale, che conterrà al suo interno gli attuali piani paesistici e la parte infrastrutturale del PRIT. La Città metropolitana e le Aree vaste si doteranno di un Piano strategico Territoriale Metropolitano o d’Area Vasta, mentre i Comuni (che avranno tre anni di tempo dall’approvazione delle nuove norme per avviarne i procedimenti di approvazione) dovranno approvare un Piano Urbanistico Generale (PUG), in sostituzione degli attuali PSC e RUE, da attuare attraverso “accordi operativi” sostitutivi dei POC e PUA esistenti.

Sul fronte della legalità il progetto di legge prevede norme per aumentare la trasparenza dei progetti urbanistici, al fine di evitare infiltrazioni mafiose o corruttive, recependo le disposizioni dell’Autorità nazionale anti corruzione, oltre all’inserimento di informazioni antimafia per la validità degli accordi operativi, quale clausola di nullità del procedimento.

> La bozza della proposta di legge regionale sull’Urbanistica

> Le slide sulla nuova legge

 

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