L’economia dell’Emilia-Romagna gira, ma può fare di più

Aumenta l’export, trainato dalla manifattura, diminuiscono i disoccupati.

Se ci si limitasse ai numeri, l’Emilia-Romagna avrebbe ben di che sorridere: nel 2015 l’export regionale ha toccato quota 55,3 miliardi di euro in beni e servizi (il 13,4 per cento di tutte le esportazioni italiane), mentre nello stesso anno il tasso di disoccupazione è sceso al 7,7 per cento (contro l’8,3 del 2014).

Il merito in entrambi i casi, secondo i dati Istat, è in larga parte del settore manifatturiero (pari a quasi il 98 per cento dell’export regionale), che lo scorso anno ha macinato traguardi importanti, con un tasso di crescita del 4,4 per cento nel periodo 2014-2015. Una crescita superiore alla media nazionale e all’export lombardo.

Prendendo a riferimento l’intero periodo di crisi economica (2008-2015) invece, l’incremento dell’export regionale è stato addirittura del 16,4 per cento, oltre due punti percentuali in più della media italiana.

A registrare le migliori performance sono il settore elettronico (più 19 per cento contro l’11 per cento di crescita media nazionale), quello farmaceutico (più 23,5 per cento contro più 4,5), gli articoli di gomma, materie plastiche e ceramiche (più 5,9 per cento contro più 4,1) e i metalli di base e derivati (più 1,7 per cento contro un calo medio nazionale del 2 per cento).

Il tasso di partecipazione al mercato del lavoro regionale della popolazione in età attiva (15-64 anni) si conferma così al 72,4 per cento, tra i più alti in Europa e di oltre 8 punti percentuali sopra la media nazionale, mentre le ore di cassa integrazione si riducono di più di un terzo sull’anno precedente.

“La ripresa è in atto, sia pur timidamente – commenta Manuela Rontini – anche per merito del Patto per il lavoro regionale e del Jobs Act nazionale. In Emilia-Romagna, ad esempio, gli occupati con contratto da dipendente sono in crescita di 25mila unità, 11mila dei quali a tempo indeterminato. Tuttavia non possiamo contare su di un solo settore, sia pure importante e dai grandi numeri come il manifatturiero. Le costruzioni continuano a soffrire, mentre commercio e servizi non vedono variazioni di rilievo nel tasso di occupazione. C’è ancora molto da fare per raggiungere l’obiettivo che la Regione si è data, quello di dimezzare la disoccupazione entro il 2020“. 

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