Un Sangiovese prodotto in Spagna? Oppure un Lambrusco frutto di uve greche? Scenari assurdi che potrebbero diventare realtà se una proposta dell’Unione Europea divenisse operativa.
Il progetto di revisione del regolamento CE n. 607/2009 nasce, in realtà, con le migliori intenzioni, quelle di semplificare le normative esistenti. La ‘semplificazione’ però, in questo caso, priverebbe molti vitigni della tutela Dop o Igp: “Se il progetto dovesse andare in porto – spiega la consigliera regionale Manuela Rontini – rimarrebbero tutelati solo i vini che prendono il nome da una località ben precisa. Gli altri, quelli che nel nome hanno il vitigno, sarebbero privati delle attuali tutele, anche se prodotti in zone geografiche specifiche. Per questo ho firmato due risoluzioni per chiedere alla Giunta regionale di continuare a opporsi, con ancora più vigore, a questa proposta, facendo fronte comune con i tanti già impegnati in questa battaglia: ministero, parlamentari europei, rappresentanze dei produttori e consorzi”.
Vini come il Lambrusco o il Sangiovese, infatti, non sono solo simboli delle tradizioni di un territorio, ma rivestono un considerevole peso economico: “Nel caso del Lambrusco – continua Rontini – il giro d’affari supera i 500 milioni di euro l’anno. Sarebbe un danno enorme per i produttori locali, con ripercussioni devastanti sull’intera filiera, ed una vera presa in giro per i consumatori. Per fortuna l’opposizione dei nostri parlamentari europei, in primis il romagnolo Damiano Zoffoli, a questo progetto di revisione del regolamento è stata tempestiva”.
Il gioco di squadra tra tutti gli attori in campo, istituzionali, economici e della società civile, mira a sventare un annacquamento delle origini del vino che va ben oltre la mera semplificazione: farebbe perdere sapore alle tradizioni e inaridirebbe una gran fetta di economia agricola.
> Il testo della risoluzione presentata dal Gruppo Pd
> Il testo della risoluzione presentata dal Gruppo Sel