Vaccini: servono più informazione, più copertura, più interventi sugli inadempienti

Le proposte di Assemblea legislativa e Giunta regionale per contrastare il calo degli ultimi anni.

An infants receives a vaccinationIl tema delle vaccinazioni continua a tenere banco e a dividere, tanto sui giornali quanto nelle strade. Con toni spesso accesi, come accade per le questioni di grande importanza. Proprio la rilevanza dell’argomento, però, impone di superare polemiche e steccati, in nome di un obiettivo comune: la salute e il benessere dei bambini.

“Non si possono trascurare dati preoccupanti – commenta la consigliera regionale Manuela Rontini – come il costante calo, negli ultimi anni, del numero di vaccinati. Tanto che in Romagna, ormai, non viene più centrato l’obiettivo del 95 per cento di minori vaccinati, con punte d’inadempienza superiori al 10 per cento nel riminese”.

Di fronte a queste cifre, un gran numero di consiglieri ha presentato il mese scorso una risoluzione (approvata dall’Aula con i voti di Pd, Sel e Lega) per impegnare la Giunta regionale a promuovere un’adeguata campagna di informazione e comunicazione rivolta a tutte le famiglie, ad allargare l’offerta vaccinale gratuita ad altre patologie pericolose (come il meningococco B) e a rivedere le modalità di intervento sugli inadempienti alla vaccinazione: “La politica deve farsi carico di mettere fine alle paure immotivate seminate dalle campagne di disinformazione – continua la consigliera Rontini –. Il tema non è punire chi non vaccina, ma cercare di preservare una rete di prevenzione che, negli anni, ha permesso di aumentare l’aspettativa di vita debellando malattie pericolose e spesso letali”.

Gli ultimi dati sulle vaccinazioni sono stati forniti dall’assessorato alle Politiche per la salute giovedì 12 novembre, in una seduta congiunta delle commissioni Sanità e Scuola. L’informativa dell’assessorato ha stabilito che l’Emilia-Romagna risulti nella media italiana per quanto riguarda le vaccinazioni (1,5 milioni le dosi somministrate nel 2014). Se si tiene conto, però, che pochi anni fa era la regione più virtuosa in Italia, si può ben capire di quante posizioni sia scivolata nel giro di pochi anni.

“Il mancato superamento della soglia di sicurezza del 95 per cento di vaccinati – ha specificato la funzionaria dell’assessorato – produce evidenti rischi non solo per quei soggetti inadempienti, ma anche per i bambini con patologie gravi che precludono l’utilizzo dei vaccini. Per fare un esempio, un bambino immunodepresso in caso di contrazione del morbillo può anche rischiare la morte”. Ha poi evidenziato il fatto che “le malattie collegate ai vaccini obbligatori non sono legate all’ambiente, si possono contrarre anche in spazi salubri”. Ha invece respinto le tesi che collegano la somministrazione dei vaccini a particolari patologie: “Non esistono connessioni tra l’immunizzazione e patologie come autismo, epilessia e diabete”. Inoltre, “sostanze quali alluminio (che agisce da adiuvante per ridurre l’utilizzo di antigeni) e formaldeide presenti in quantità minime in alcuni vaccini non producono nessun rischio per la salute umana. Percentuali di alluminio sono presenti anche in numerosi alimenti, stesso dicasi per la formaldeide, che è inoltre presente naturalmente nel nostro organismo”.

La Regione ha chiesto al Ministero di allargare l’obbligo di vaccinazione inserendo anche gli attuali vaccini raccomandati: “La normativa nazionale prevede l’obbligo vaccinazione solo per difterite, epatite C, poliomielite e tetano. L’Emilia-Romagna ha chiesto di rivederla, inserendo anche quei vaccini, raccomandati, comunque fondamentali per la salute dei bambini”.

Per comprendere l’utilità delle vaccinazioni, in particolare nei primi mesi di vita in cui i soggetti sono più deboli, basti pensare che in Italia “dal 1900 al 1940 i casi di difterite registrati sono stati 20-30mila, dal 1990 al 2000 solo 5”. Stessa cosa per la poliomielite, “8mila casi nel 1958, l’ultimo in Italia nel 1982”. L’utilizzo diffuso delle vaccinazioni, ha poi riferito l’esperta, “consente di evitare, nel mondo, ogni anno, 3 milioni di decessi, anche se potrebbero essere salvate un altro milione e mezzo di persone”.

Nel 2014, in Emilia-Romagna sono state somministrate “1,5 milioni di dosi, mentre 1.343 sono state le segnalazioni di controindicazioni, comunque di moderata entità, come piressia, debolezza, pianto e nausea”. In nessun caso le vaccinazioni hanno portato a decessi.

Infine, la funzionaria dell’assessorato ha ricordato che “i cittadini che decidono di opporsi alla vaccinazione dei loro figli, vengono convocati dal sistema sanitario regionale per un colloquio in cui si chiede di firmare un documento che attesti il diniego, in caso di rifiuto vengono segnalati al sindaco del comune di residenza e al tribunale”.

Su quest’ultimo aspetto, il gruppo del Partito democratico sta seguendo e sostenendo la proposta portata avanti dall’assessore regionale alla Sanità Sergio Venturi che, in sede di Conferenza delle Regioni, ha proposto (raccogliendo il consenso unanime di tutti i colleghi) di inserire nel futuro ‘Piano nazionale di prevenzione vaccinale’ anche la previsione di non ammettere nelle scuole i bambini che non siano in regola con il libretto delle vaccinazioni.

> Il testo della risoluzione approvata

> Le slide utilizzate durante l’informativa in Commissione

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